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Iniziative Sociali > Svizzera e Eiger
Per salire alla Jungfrau esiste un trenino a cremagliera unico al mondo. Percorre infatti tutta la parete nord con tortuose gallerie che si alternano a spettacolari panorami. Il costo del giretto non è bassisimo, ma se il tempo è bello ne potrebbe valere la pena. Oltre alla storia di una spedizione maledetta sull'Eiger, e dell'unico superstite che bloccato sulla parete sopra ad una sporgenza, stava per essere raggiunto dai soccorritori attraverso l'apertura di una galleria sulla grande parete. A nulla è valso il tentativo dei soccorritori che sono riusciti a far arrivare una lunga corda (con un nodo nel mezzo) all'alpinista in diifficoltà. Infatti egli stremato durante la discesa di questa corda di canapa si è arrestato con il moschettone sul nodo. L'inesperienza dovuta al recentissimo uso di questa tecnica ha fatto si che il moschettone si bloccassse sul nodo di giunzione delle due corde, e lo sfortunato alpinista morì in quella posizione a pochi metri dalla testa dei soccorritori per sfinimento. Solo negli anni successivi la parete nord dell' Eiger fu vinta.
Cento anni fa s’inaugurava la stazione dell’Eigerwand. Scavata nella roccia delle Alpi bernesi sarebbe di lì a poco diventata l’anticamera della Jungfraujoch, la stazione ferroviaria più alta d’Europa.
Tra pareti a picco e ghiacciai inviolati il treno portò i turisti di tutto il mondo. Una storia d’amore che non accenna a tramontare.
Le si vede già da Berna, stagliarsi imponenti nell’azzurro del cielo, con il loro manto bianco e le impressionanti pareti di roccia: Eiger, Mönch e Jungfrau, tre montagne il cui nome viene pronunciato d’un soffio, quasi si trattasse di una trinità.Sacre, inviolabili e temibili: così vengono dipinte le montagne dalle leggende alpine, almeno fino ad inizio Novecento, prima che conquistare una vetta diventasse uno sport. Dovevano essere tempi pieni di paura e timorosa riverenza quelli di quando là dove i mortali non osavano abitavano i demoni.Sensazioni che rimangono impresse nei nomi, come quello dello Schreckhorn, il “picco dello spavento”. Unica ad avere un nome apparentemente gentile è proprio la Jungfrau, la “vergine”, ma non si tarda a capire che verginità rima con inaccessibilità e che il pegno per chi tenta di violarla è la morte.
Dall’Oriente per vedere la leggenda
Oggi il timore ha lasciato spazio all’ammirazione. Chi attraversa in treno l’Oberland bernese non può non rimanere affascinato dallo spettacolo offerto dalla cornice naturale delle montagne. Quando poi, dopo aver preso il trenino a cremagliera che dalla stazione della Kleine Scheidegg (2061m) porta allo Jungfraujoch (3454m), si lascia spaziare lo sguardo sul mare di ghiaccio sottostante e sulla valle verdeggiante in lontananza, si può capire perché questa meta sia tanto amata dai turisti.Battezzata «Top of Europe», la stazione dello Jungfraujoch è una calamita soprattutto per i turisti asiatici. Giapponesi davanti a tutti – contatti con ospiti del paese del sol levante sono stati intrecciati già prima della Seconda guerra mondiale –, ma anche Indiani, Sudcoreani e Tailandesi.«La crisi economica e la polmonite atipica hanno frenato un po’ i turisti, ma non possiamo dire di avere dei problemi» confida a swissinfo Peter Wenger, portavoce delle Ferrovie della Jungfrau (Jungfraubahnen). «Ogni anno sono più di 500'000 le persone che raggiungono la stazione dello Jungfraujoch».Con l’aiuto di Bollywood
E nonostante i capricci della montagna, che da un momento all’altro può avvolgersi in un manto di nebbia che nasconde il sole e toglie la vista, i visitatori sembrano tutti soddisfatti. Come il gruppo di indiani che con i loro abiti dai colori sgargianti si tira ridendo delle palle di neve, o la giovane coppia di Hong Kong che ha scelto questa come meta del suo primo viaggio in Europa.«Bellissimo, sono molto felice», mi confida una turista giapponese dal sorriso irresistibile. Il suo inglese finisce qui, ma non l’espressione della sua felicità che passa attraverso una serie di esclamazioni e gridolini estatici. La stessa soddisfazione si legge sul volto di un sessantenne indiano. «L’ispirazione per questo viaggio mi è venuta l’anno scorso guardando un film di Bollywood».Già, Bollywood, la mecca del cinema indiano, innamorata delle Alpi svizzere. O forse sarebbe meglio dire della montagna, di quella montagna che è elemento integrante di una parte della mitologia indiana. Solo che il Kashmir è ora inaccessibile a causa delle continue tensioni tra India e Pakistan e i produttori preferiscono trasferire i set in Svizzera.
Uomo e natura: sinergia
La bellezza della natura e la costruzione della ferrovia della Jungfrau si sono rivelate una manna per la regione, che vive oggi essenzialmente di turismo. Manuel Martins lavora da 17 anni come cameriere al ristorante che si trova al capolinea dello Jungfraujoch e coi turisti si trova bene. Soprattutto con i giapponesi: «Basta essere gentili e sono contenti». Problemi a lavorare a 3454 m d’altitudine? «No, saliamo tutti i giorni e ci siamo abituati. Solo quando torniamo dalle vacanze dobbiamo fare i conti con qualche capogiro e con la stanchezza».Certo, negli ultimi anni la crisi economica si è fatta sentire. Ma è stata bilanciata dal ritorno d’immagine seguito alla decisione dell’Unesco, che nel 2001 ha dichiarato la regione della Jungfrau patrimonio naturale dell’umanità. «Per noi la scelta dell’Unesco è stata molto importante» afferma Peter Wenger. «È la prova che in cento anni di storia siamo riusciti a sposare il turismo con il rispetto di questa natura straordinaria. E per la gente c’è la garanzia che si farà il possibile affinché la regione mantenga il suo aspetto odierno».Un aspetto caratterizzato anche dalla stazione dello Jungfraujoch e dall’osservatorio Sphinx, situato poco più in alto. Ma senza costruzioni umane sulla vetta della Jungfrau: Adolf Guyer-Zeller, l’uomo che nel 1893 progettò la ferrovia della Jungfrau avrebbe probabilmente insistito per arrivare fin lassù, a 4158 m d’altitudine. Gruyer però morì nel 1899, prima di vedere realizzato il suo sogno. I lavori, che presentarono più inconvenienti del previsto, si fermarono nel 1912 con la stazione dello Jungfraujoch. La “vergine” era riuscita a precludere all’uomo l’accesso alla sua vetta.
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Cosa ne direste di ammirare uno dei panorami più suggestivi e verticali del mondo, raggiungendo quota 3450 metri comodamente seduti sulle poltrone di un treno? Dopo il trenino del Bernina, oggi facciamo un altro salto in Svizzera, per attraversare la meravigliosa regione delle 3 famigerate cime di Eiger, Mönch e Jungfrau nonché il ghiacciaio dell'Aletsch.
Il trenino rosso comincia la sua salita da Interlaken, una cittadina elegante situata a 570 metri e incastonata tra il lago di Brienz e il lago di Thun. Da qui si possono scegliere due itinerari, che in genere si fanno l'uno all'andata e l'altro al ritorno.
Un treno va in direzione sud-ovest: da Interlaken a Lauterbrunnen, passa poi da Wengen, famosa e storica località di sport invernali e teatro di una delle più belle discese libere della Coppa del Mondo di sci alpino. L'altro va in direzione sud-est: da Interlaken a Grindelwald, dove si cambia per la salita.
Entrambi i percorsi comunque raggiungono la celeberrima Kleine Scheidegg, la terrazza dove da sempre si assiste con il fiato sospeso alle salite e alle tragedie sulla nord dell'Eiger. Proprio qui avviene il cambio dei convogli per continuare con la parte più spettacolare del giro, attraverso le Alpi fino al capolinea a Jungfraujoch, la stazione più alta d'Europa a 3454 metri, sul ghiacciaio dell'Aletsch.
Il trenino passa nel tunnel scavato agli inizi del secolo scorso all’interno dell'Eiger. Si tratta di una galleria, una coraggiosa impresa ingegneristica, che attraversa la famosa e ripidissima parete Nord di Eiger, una delle più ambite e sofferte conquiste dell'alpinismo mondiale.
Nelle stazioni di Eigerwand e di Eismer il trenino sosta in ognuna per 5 minuti: da qui i viaggiatori potranno affacciarsi sulla nord dell'Eiger, sperimentando il brivido della verticalità di questa incredibile parete. Godranno così della vista indimenticabile del ghiacciaio attraverso finestroni panoramici scavati nella roccia calcarea.
Quindi si arriva a Jungfraujoch dove inizia il ghiacciaio, che con i suoi 22 chilometri è il più lungo d'Europa. DallaTerrazza della Sfinge si ha un panorama mozzafiato, che spazia sulle Alpi a 360 gradi.
A Jungfraujoch si potrà visitare lo stupefacente Palazzo di Ghiaccio e il Belvedere dell’Osservatorio astronomico Sphinx, la più alta terrazza panoramica d'Europa (a 3573 metri) raggiungibile con un veloce ascensore.
Il viaggio dura 2 ore e mezza e costa 172 euro a persona (andata e ritorno). E' indispensabile, prima di partire, informarsi sulle condizioni metereologiche: con il sole infatti, si potrà ammirare fino in fondo l'unicità di questo mondo di ghiaccio, roccia e flora alpina.
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Jungfrau (: "il virgin") è l'più alto picco della a dello stesso nome, situato in Bernese Oberland regione del , Grindelwald. Gli altri due picchi sono Eiger con la relativa parete del nord malfamata e Mönch (4.099 m).
La sommità della montagna in primo luogo è stata raggiunta dentro dai fratelli del Meyer di . Una volta difficile accedere a, ora funziona all'interno della montagna, fino al Jungfraujoch a 3.454 m. (11.333 ft), l'più alto in Europa.
Il treno nella montagna va da Kleine Scheidegg, che può essere raggiunto in treni da Grindelwald e Lauterbrunnen. Il treno entra nel traforo che funziona verso l'est con il Eiger subito dopo lasciare Kleine Scheidegg. Funziona vicino dietro la faccia del nord del Eiger, arrestantesi a Eigerwand, dove ci è una finestra circa di lunghezza 8 m. e un tester alto, a metà strada sulla faccia. Le finestre sono state disposte in fori usati per rimuovere la roccia scavata dal traforo durante la costruzione ed inoltre occasionalmente sono usate come punti di accesso ai climbers di salvataggio. Là uno può ottenere fuori del treno ammirare la vista prima che il treno continui più successivamente cinque minuti. Il traforo allora gira l'ovest, dirigente verso il Jungfrau. Ci è un secondo arresto ad una finestra che osserva fuori sul Eismeer ("mare di ghiaccio") prima che il treno continui al Jungfraujoch. Il traforo è stato costruito in mezzo e ; è lungo circa 7 chilometri (4 miglia), con le pendenze di fino a 25%. Il viaggio da Kleine Scheidegg a Jungfraujoch occorre circa 50 minuti compreso gli arresti a Eigerwand ed a Eismeer; il viaggio di ritorno in discesa che occorre soltanto 35 minuti.
Costruzioni al Jungfraujoch
Un grande complesso dei trafori e delle costruzioni è stato costruito al Jungfraujoch, principalmente nel lato del sud del Mönch. Ci è un hotel, due ristoranti, un osservatorio, una stazione di ricerca, un piccolo cinematografo, una scuola del pattino e "il palazzo del ghiaccio", una collezione di elaborato sculture del ghiaccio. Un altro traforo conduce all'esterno ad un piano, zona neve-coperta, in cui una può camminare intorno ed osservare giù al e Ghiacciaio Di Aletsch, così come le montagne circostanti.